“MADE IN”: NOVITA’ NELL’UE

Il Parlamento europeo ha approvato la proposta di regolamento sulla indicazione del paese di origine di taluni prodotti importati da paesi terzi .

Il testo approvato dal Parlamento europeo stabilisce che i beni importati da fuori l'UE dovrebbero sempre indicare chiaramente il paese d'origine per aiutare i consumatori a compiere una scelta informata e prevede anche sanzioni in caso di violazione delle regole e la possibilità di utilizzare l'inglese sulle etichette ovunque nell'Unione.

Le etichette "Made in" dovrebbero essere obbligatoriamente utilizzate per tutti i prodotti venduti nell’UE, con alcune eccezioni come il cibo e i medicinali. I produttori UE potrebbero scegliere se mettere sull’etichetta la dicitura “Made in EU” oppure il nome del loro paese.

Per le merci prodotte in luoghi diversi, il "paese di origine" sarebbe quello in cui il bene ha subito "l'ultima trasformazione o lavorazione sostanziale, economicamente giustificata", che si sia conclusa con la "fabbricazione di un prodotto nuovo o abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione" (come definito nel codice doganale UE).

I deputati hanno sostenuto la proposta della Commissione di rendere obbligatorio il marchio del paese d'origine, sostituendo così l'attuale sistema volontario, affermando che le etichette "Made in" permetterebbero di migliorare la tracciabilità delle merci e di rafforzare la tutela dei consumatori. A oggi, circa il 10% dei beni presi in esame dal sistema di allarme RAPEX dell'UE non è riconducibile al produttore.

"Questo è un grande passo in avanti per la trasparenza della catena di fornitura di un prodotto, e questo è un bene per i consumatori", ha affermato la relatrice sulla sicurezza dei prodotti Christel Schaldemose (S&D, DK), che ha anche criticato con forza il fatto che gli Stati membri non siano stati in grado di concordare una posizione comune sulla questione, bloccando cosi i negoziati sul regolamento nel suo complesso, a scapito della sicurezza dei consumatori in Europa. La sua relazione è stata adottata con 485 voti a favore, 130 contrari e 27 astensioni.

 Per le imprese che violano tali regole, sono state chieste sanzioni "proporzionate e dissuasive" e che tengano conto della gravità, della durata e del carattere intenzionale o ricorrente della violazione, nonché della dimensione della società.

A questo punto la Commissione dovrà elaborare una lista nera a livello UE delle imprese che hanno violato intenzionalmente e ripetutamente le norme di sicurezza dei prodotti. I deputati suggeriscono la creazione di una banca dati paneuropea delle lesioni legate a un prodotto difettoso o pericoloso.

Affinchè il progetto di regolamento diventi legge, il testo deve essere approvato dal Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea, dove alcuni Stati membri si oppongono all'idea di una legislazione europea sul "Made in". Una volta che il testo è stato concordato fra Parlamento e Consiglio, le nuove regole entreranno in vigore in tutta l'Unione un anno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'UE. Dopo 5 anni, il regolamento, secondo un emendamento approvato dalla Aula, scade e toccherà a Parlamento, Commissione e Consiglio decidere se prorogarlo modificarlo.

Fonte: www.politicheeuropee.it